mercoledì 7 aprile 2010

Telegramma 153. IL SANGUE DELLE VITTIME

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Mani in rete Esplora Gioca e Fai clik Ovunque Post 013
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La guerra in Afghanistan, un crimine immane cui anche l'Italia criminalmente partecipa.
Il colpo di stato razzista in Italia, un crimine immane consentito da una complicita' di massa.
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Opporsi alla guerra in Afghanistan. E' il primo dovere.
Opporsi al colpo di stato razzista. E' il primo dovere.
Occorre un'insurrezione nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, in difesa della civilta', in difesa dell'umanita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Telegramma 153. Attorno al tavolo della cucina e' dove Hanan Ibrahim discute con le altre donne somale a Londra. Di cosa? Di che sta succedendo nelle loro comunita', gruppi e famiglie, e di come evitare che ragazzi e ragazze siano tentati da risposte violente ai loro problemi. Giunta in Gran Bretagna come rifugiata, Hanan ha creato negli anni un vasta rete di immigrate dal suo paese, il cui scopo principale e' contrastare la violenza e il terrorismo.
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Hanan fa parte di Save (Sisters Against Violent Extremism - Sorelle contro l'estremismo violento) e la campagna che sta portando avanti in questo momento si chiama “Madri per il cambiamento”.
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La campagna ha rappresentanti attive anche in Yemen, India, Pakistan e Indonesia, tutte donne convinte che l'essere madri e l'aver scelto la nonviolenza le attrezzi in modo abbastanza efficace per accollarsi il compito di proteggere i figli e le figlie: non solo i loro, vogliono che stiano bene anche i figli e le figlie di quelle che gli estremisti di qualsiasi tipo indicano come loro “nemiche”.
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Fa parte di Save e della campagna delle madri anche Vinita Kamte il cui marito, ufficiale di polizia, peri' nel corso degli attacchi terroristici a Mumbai del novembre 2008. La determinazione di Vinita e', come lei stessa dice, “dare un volto” alle vittime della violenza ed ai loro familiari: per questo si confronta continuamente con i giovani nelle scuole e in varie occasioni pubbliche, spiegando e mostrando i reali effetti del terrorismo. “Sono una testimone della storia”, afferma.
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Le “Madri per il cambiamento” credono che contrastare il terrore significhi anche creare un diverso scenario per le emozioni umane, uno scenario in cui possano muoversi a proprio agio i ragazzi che altrimenti diverranno le prossime vittime del reclutamento alla violenza, e trovare significati e risposte diverse alle loro esperienze. “Pensateci come segnali di preallarme”, dicono scherzando Hanan e Vinita, “Quel che facciamo e' disinnescare le bombe prima ancora che vengano messe in posizione”. E questa e' la nuova architettura di pace di cui il movimento globale delle madri sta mettendo le basi.
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1 commento:

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    Telegrammi. 180
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    TESI SULL'ETA' ATOMICA
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    testo improvvisato dall'autore dopo un dibattito sui problemi morali dell'eta' atomica
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    Non solo per quest'ultima tesi, ma per tutte quelle qui formulate, bisogna aggiungere che sono state scritte perche' non risultino vere. Poiche' esse potranno non avverarsi solo se terremo continuamente presente la loro alta probabilita', e se agiremo in conseguenza. Nulla di piu' terribile che aver ragione. Ma a quelli che, paralizzati dalla fosca probabilita' della catastrofe, si perdono di coraggio, non resta altro che seguire, per amore degli uomini, la massima cinica: "Se siamo disperati, che ce ne importa? Continuiamo come se non lo fossimo!".
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